'Banda Baader Meinhof', il film.

Pubblicato il da Elisabetta Rotondi

Nella Germania occidentale degli anni '70 il terrorismo era dilagante, vari i gruppi rivoluzionari che si erano formati da gruppi studenteschi, ma a tentare di fare la 'rivoluzione comunista' vera e propria con armi e disubbidienza attiva era soprattutto la famosa banda Baader - Mainhof. Un film del 2008 di Uli Edel, intitolato ‘Banda Baader Meinhof’ rende con vivide immagini ed eccellenti interpretazioni le azioni terroristiche e le motivazioni che ne erano il fondamento: l'amore per il popolo, la lotta al capitalismo, il rifiuto dell'uomo-prodotto, la condanna dell'impossibilità per il popolo di costruirsi una coscienza critica perché era tenuto impegnato a consumare. L'azione principale della banda è la lotta contro ogni tipo di prevaricazione dei poteri governativi sulle masse, sul popolo che dovrebbe avere diritti derivati dalla democrazia. Il gruppo accusa, per esempio, il governo in cui siedono uomini dal passato nazista di sostenere la politica americana imperialista, la sua guerra in Vietnam. Denuncia inoltre i metodi detentivi delle carceri tedesche, a loro parere, lesivi della dignità umana e dei diritti del cittadino in un regime democratico.

Si sviluppa così un’importante cellula terroristica che il governo fa fatica a smantellare. Molte saranno le vittime della sua diramante azione: politici, giudici, banchieri, capi della polizia, e l'escalation di violenza aumenta quando i capi della banda sono arrestati. La nuova generazione di terroristi affiliati sembra più cruenta, tanto da far rischiare la vita a circa ottantasei passeggeri d'un aereo di linea diretto in Germania, in cambio della liberazione dei loro leader. La banda Baader- Meinhof aveva al vertice Andreas Baader, la giornalista Ulrike Meinhof e Gudrun Ensslin. Il loro obiettivo insieme ai propri affiliati e simpatizzanti era di creare una società fondata etica, basata sul rispetto per il popolo, da porre al centro della vita sociale e delle scelte governative. Invece le stragi da loro architettate hanno causato sofferenza al popolo stesso e la propria disumanizzazione. La perdita della battaglia personale e di gruppo è stato forse da loro ammessa con la scelta del suicidio in carcere.

L'allora capo della polizia Horst Herald si era impegnato duramente con esperti di terrorismo nella ricerca in tutto il territorio federale dei giovani sovversivi, ma il loro arresto non gli permise di gridare vittoria. Di fatto la RAF proliferava oramai in tutto il territorio e aveva buoni contatti per scambi di armi e addestramenti con siti stranieri di rivoluzionari, come gli estremisti islamici.

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