Hamlet, il film del 1996 diretto da Kenneth Branagh

Pubblicato il da Elisabetta Rotondi

Il testo shakespeariano è interamente riprodotto sotto forma di pellicola, in scene dagli affascinanti colori, tetri e caldi, malsani e sani, da Branagh il quale realizza un grande film (1996), che si può visionare provando meraviglia e assaporando pathos, comunque ogni volta.

Siamo in Danimarca, precisamente a Elsinore in un tempo non precisato. In un'atmosfera pallida e spesso crepuscolare, pure quando le scene si svolgono negli interni della villa reale, accade qualcosa che sconvolge il cuore e poi la vita stessa di un principe dall'animo nobile.

Amleto è il suo nome. Egli apprende, dalle parole dello spirito del suo amato padre, che è stato vigliaccamente assassinato da suo fratello Claudio. Per punire lo zio usurpatore del trono, il giovane inizia a farneticare parole e compiere gesti che a tutti a corte appaiono insani, ma lui usa l'astuzia e si fa guidare dalla voglia di vendetta per smascherare l'ignobile inganno.

La sua ira si scaglia contro sua madre che pure ha tradito il re suo marito, sposando presto il cognato. Quando ancora avrebbe dovuto piangere per la luttuosa perdita. Si sviluppa fina dai primi eventi un'intrinseca riflessione, quella che il testo di William Shakespeare già spingeva a fare, su vita e morte, verità e menzogna.

La sofferenza lacerante per la perdita di un caro è fisicamente incarnata dal giovane erede al trono, la scelta di 'vendere la propria anima al diavolo' dalla regina Gertrude, il male dal fratello del re. La follia è la via di fuga dalla dolorosa realtà: lucida quella di Amleto, sotto forma di rifiuto di comprendere la gravità della realtà quella di Gertrude, pazzia vera e propria della bella Ofelia, amata da Amleto.

Il tutto appare come un mondo quasi moderno, dove i personaggi e lo stesso dramma ne risultano scollati, perduti nei propri meandri interiori e nelle relazioni tra gli uni e gli altri.

Un dramma antico e ugualmente moderno, che avvolge chiunque ne sia spettatore.

Da contemplare riferimenti a vicende socio-politiche come la guerra alle porte che farebbe pensare al primo conflitto mondiale, e personaggi storici come Fortebraccio, che mettono in risalto la fine di un mondo, il cui paradigma è fallito poiché incapace di adeguarsi ai mutamenti. Lo spazio è guadagnato con la forza da nuovi protagonisti della Storia.

Amleto e Ofelia
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